giovedì 13 novembre 2014

#PhilosophyForDummies #01 Epicuro, un filosofo frainteso




Ed eccola qui, finalmente, la prima puntata di #PhilosophiyForDummies ,la serie teorizzata nel primo post del blog che si propone l’obbiettivo di parlare di filosofia nel modo più semplice e (si spera) interessante possibile, accompagnando la mia avventura di scoperta di autori e opere.
La nostra povera amica filosofia negli ultimi tempi è ignorata da molti.
 Posso anche capire il timore all’approcciarsi a un Nietzche o a un Hegel, che sicuramente non sono di facile comprensione per tutti, ma esistono anche filosofi antichi incredibilmente interessanti e comprensibili a chiunque (si fa per dire), che attendono (quasi) dimenticati nelle librerie polverose qualcuno che gli dia l’ascolto che meritano.
Il faccione del nostro amico Epicuro

E così, quest’estate, girovagando di sera in una di quelle librerie stagionali lungo la riviera romagnola, ho trovato, stretto tra un “saggio” su come predire il futuro nei fondi di caffè e un interessantissimo libro di Brosio, questo volumetto “Epicuro, la felicità” a cura di Antonangelo Liori, un libro di poco più di un centinaio di pagine in cui sono raccolte Le Massime, la Lettera a Meneceo, le Sentenze Vaticane, i Frammenti e il Testamento.
Ho salvato Epicuro dalla brutta compagnia in cui era invischiato pagando il suo riscatto di pochi euro.
Dico subito che al tempo credevo Epicuro una specie di pappone dell’antica Grecia, un edonista alla ricerca dei piaceri, di ogni piacere.
 Un ingordo, un puttaniere, un ubriacone che “viveva la vita fino in fondo” fregandosene di ogni conseguenza.
C’è da dire in mia difesa che tutto ciò che avevo sentito sul suo conto era che provasse un grande amore per il piacere, e che secondo lui “Il piacere è la meta a cui si deve rivolgere ogni uomo” .
Quante stronzate, eh? Eppure in molti la pensano pressappoco in questo modo sul filosofo di Samo, questo perché abbiamo una concezione di “piacere” che non potrebbe essere più diversa dalla sua.
Per Epicuro il piacere non è il semplice appagamento di esigenze fisiche, ma la risposta a quesiti morali, quesiti che in un epoca in cui va di moda la vuota chiacchera, non hanno più l’importanza che serve.
Il piacere si raggiunge per Epicuro con l’atarassia, la mancanza di turbamento e di dolore, che porta all’animo uno stato di tranquilla imperturbabilità.
Epicuro ha una gran bella concezione della vita, la considera il bene assoluto, quindi va preservata dal dolore che è il male.
 Questo suo amore per la vita l’ho trovato particolare, diciamo che non ho sentito molte volte un filosofo entusiasta della vita come lui, sicuramente Epicuro non sarebbe stato d’accordo con un tipo come Leopardi, poco ma sicuro.
Ovviamente un estimatore convinto della vita come lui non può non odiare chi compie suicidio
“Uomo meschino è colui il quale trova molte ragioni valide per togliersi la vita”

Gli uomini giusti quindi devono evitare ogni forma di dolore, allontanarsi dalla prigione della politica e degli affari, dalla schiavitù verso le proprie ricchezze e raggiungere l’autosufficienza , la libertà.
Anche il desiderio del piacere può essere dannoso, i desideri naturali e necessari , come mangiare o bere per la sopravvivenza vanno distinti da quelli naturali ma non necessari , come mangiare cibi raffinati, e da quelli non naturali e non necessari, come la ricerca di potere e prestigio.
L’ultima tipologia in particolare è da scartare ed evitare come la peste.

Si potrebbe pensare che un uomo che stima così tanto la vita e il piacere possa avere un terrore folle della morte, del momento in cui tutto viene sottratto e non si può più provare nessun tipo di piacere.
Eppure anche qui Epicuro ci stupisce.

“La morte non è nulla per noi.  Ciò che si dissolve non ha sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è nulla per noi”

Insomma nemmeno la morte, come la vita, è da temere. Bello no?



11 commenti:

  1. L'ho sempre vista come Epicuro, un vero edonista completo (perché appunto non parla di un solo piacere).
    Io ho la variante, che è il divertimento: il mio motto è "nel dubbio, divertiti!" e forse chissà, pure la morte si affronta col sorriso.
    Sui piaceri superflui... quelli, se arrivano, tanto meno^^

    Moz-

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    1. Be', probabilmente sul divertimento non ti avrebbe dato torto ;)

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  2. Filosofo un po' maltrattato dai testi scolastici, meriterebbe più spazio :-)

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    1. E' vero. Nel mio libro viene trattato in modo sommario e superficiale :[

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  3. Sì, Epicuro è uno dei filosofi più fraintesi e calunniati, già da vivo veniva calunniato.
    Mi è rimasta impressa una sua citazione in un romanzo di Kundera in cui il grande scrittore ceco consiglia di "nascondersi" come lui, evitare la ricerca ossessiva del successo pubblico.

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    1. Infatti, da vivo gliele hanno dette tutte a Epicuro, e da morto continuano ad ignorarlo.

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  4. Infatti l'idea che ne è venuta fuori dai libri scolastici è proprio quella sommaria che tu descrivi all'inizio del tuo post.
    Andrebbe rivalutato.

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    1. Anche perchè i suoi precetti possono essere davvero concretamente utili nella vita.

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  5. Le migliori pagine che ho letto su Epicuro si trovano nel libro di Pierre Hadot: Esercizi spirituali e filosofia antica.

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