“Percorrendo
la bianca immensità di un inverno eterno e ghiacciato, da un capo all’altro del
pianeta, corre un treno che mai si fermerà…E’ lo Snowpiercer dai mille e uno
vagoni. E’ l’ultimo bastione della civiltà. Lo Snowpiercer trasporta gli ultimi
sopravvissuti di questo mondo… Quelli che la morte bianca ha condannato a un
viaggio senza fine.”
Non
c’è niente di più annullante del freddo. Il freddo si contrappone alla forza e
all’energia del calore. Il freddo è il simbolo della morte stessa.
Nel mondo di
Snowpiercer una bomba a controllo climatico ha scatenato un’era glaciale senza
precedenti, la temperatura media del pianeta si aggira intorno ai -85 gradi.
Tutto il mondo è diventato una distesa di ghiaccio e neve,ma l’uomo riesce
apparentemente a cavarsela anche in questa situazione: i sopravvissuti vivono
su un treno a moto pressochè illimitato chiamato appunto Snowpiercer.
Sul treno
c’è tutto, vengono allevati piccoli animali per l’alimentazione umana e
coltivate piante. C’è persino un vagone per il cinema e ristoranti.
Sempre che
tutto questo basti per non perdere la testa.
La
prima delle tre storie ,La morte bianca, scritta da Jacques Lob,
inizia con l’irruzione nella seconda classe di un abitante della terza, uno
“della coda”,Proloff.
L’uomo viene isolato per controllarne lo stato di salute,
verrà scortato con Adeline Belleau, una ragazza membro di un gruppo che si
batte per l’integrazione degli abitanti della coda nelle altre classi, fino ai
primi vagoni, dove dovrà parlare ai capi della situazione disperata di coloro
che abitano in fondo al treno.
Proloff all'inizio della storia |
La
storia di Proloff si sviluppa come un viaggio di scoperta del treno e dei suoi
abitanti, persone che sembrano fare di tutto per allontanare il pensiero di
essere su un treno in viaggio perenne su una terra morta e fredda.
La gente si
sforza di trovare qualcosa per impegnare la mente, oppure preferisce
annebbiarla e non pensare. Sesso in tutte le salse e alcool vanno per la
maggiore, ma c’è chi preferisce ergere la locomotiva a dea e venerarla, pregando
perché non si fermi mai. Ovviamente, come in ogni comunità umana che si
rispetti, non manca l’intolleranza .I bersagli preferiti sono gli abitanti
della coda, come Proloff, accusati di rallentare la locomotiva con il loro (inutile)
peso.
Ogni
azione e scena si svolge all’interno del treno, lo spazio stretto all’interno
delle carrozze ha un ruolo molto importante in Snowpiercer , spesso Proloff e
la sua scorta devono muoversi arrancando tra la folla nei vagoni pieni di gente
ammucchiata. Questo rende l’ambiente e l’atmosfera estremamente soffocante e,
in alcune scene, accentua l’angoscia.
Negli
ultimi due racconti, Il geoesploratore e La terra promessa, scritti da Benjamin
Legrand, si seguono le vicende di un altro gruppo, di un altro treno, il
Wintertrack, più grande e tecnologico e molto meglio organizzato di quello
precedente. Anche la società che vive al suo interno è sviluppata e più distopica
di quella dello Snowpiercer, i religiosi hanno una vena di follia e fanatismo
in più, gli abitanti si distraggono con la realtà virtuale interattiva e i
politici amano tenere per se i segreti più scottanti.
La trama si complica con
una sequenza di colpi di scena, i disegni sono più sporchi e dinamici, grazie al cambiamento di stile di Jean March Rochette, che ha
disegnato tutta la serie, il primo ciclo nel 1984 e gli altri due racconti nel
1999 e 2000.
Non
voglio scucire altro sulle ultime due storie, penso sarebbe superfluo, mi
permetto solo di dire che battono la prima sotto molti aspetti, eccetto che per
semplicità e immediatezza. Il finale poi è… no, niente.
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